lunedì 5 maggio 2014

Il mio scudetto


Avrei voluto scrivere un post sullo scudetto della Juve.
Avrei potuto celebrare lo scudetto, numero 30 o 32 che dir si voglia, della nostra squadra del cuore.
Avrei voluto festeggiare il terzo scudetto consecutivo, l'essere entrati di diritto nella storia del calcio, l'aver ancora un traguardo da raggiungere, i 100 punti in campionato.
E invece no.
Questo post è tutto per lui, un tifoso juventino molto particolare.
E' un tifoso di 8 anni che l'altra sera, nella partita di Europa League, al goal della Juve ha urlato con tutto il fiato che aveva in gola e che quando si è accorto che l'arbitro l'aveva annullato per fuori gioco, si è lasciato sopraffare dalla delusione e ha pianto.
E' un tifoso che alla fine di Juventus-Benfica piangeva per il pareggio perchè "io in finale ci volevo proprio andare".
E' un bambino che aveva paura degli sfottò dei compagni di classe che tifano per altre squadre e che non perdono occasione per punzecchiarlo quando la Juve in Europa fallisce.
Così quando è uscita dalla Champions, così quando ha perso all'andata della semifinale di Europa League con il Benfica.
E' un tifoso che ieri, mentre in casa si riposava, guardava Catania-Roma, tifando spudoratamente per il Catania, perchè nel caso di pareggio o di sconfitta della Roma lo scudetto sarebbe stato matematicamente vinto dalla Juve, impegnata nel posticipo del lunedì sera.
E' un tifoso che al terzo goal del Catania ha detto "nonno urlo piano perchè mia sorella dorme e non la voglio svegliare" e al quarto goal era attaccato allo schermo della televisione che esultava sottovoce e chiedeva "ma quando si sveglia mia sorella?".
E' un tifoso che stamattina avrebbe potuto avere la sua rivincita calcistica con i compagni di scuola.
E' un tifoso che avrebbe avuto tutto il diritto di crogiolarsi nella sua conquista.
Avrebbe potuto ostentare i colori bianconeri senza che nessuno potesse dirgli proprio niente.
E' un tifoso, invece, che stamattina è andato a scuola con la maglia di Tevez, ma celata sotto al grembiulino, che ha lasciato a casa il cappellino della Juve perchè "se non lo metto gli altri giorni, non devo per forza metterlo oggi" e che è partito da casa con lo stesso atteggiamento di sempre.
E' un tifoso che ha imparato il rispetto dell'avversario, sebbene abbia solo 8 anni.
Bravo Alessandro, continua così.

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