venerdì 27 settembre 2013

Manicaretti e minestroni

 
Giornata lunga, dura, lontana da casa.
Ma lo sapevo io e lo sapeva anche lui.
Sono partita alla mattina senza preparare alcunché né per il pranzo, né per la cena.
Moglie e mamma snaturata.
No, moglie e mamma di fretta che esce alle 7.30 per accompagnare lo scolaretto a scuola, con tappa obbligata alla cartoleria per comprare le ricariche della biro rossa cancellabile senza le quali di certo non si può affrontare serenamente la mattina di lezione, e che rientra, se va bene, alle 20.00.
Ma poi lui, il marito modello, è bravo e organizzato.
Si è trasformato in un papà multitasking, lavora, và a prendere il bambino a scuola, lo sfama, gli fa fare i compiti, lo fa giocare, lo porta con sé ad una riunione di lavoro, và a prendere la Principessa alla materna, rientra a casa, fa la doccia ad entrambi i bambini.
Da applauso, direi!!
Certo che una mamma faccia tutto ciò regolarmente, tutti i santi giorni, ed oltre a questo ci metta anche dell’altro, tipo stirare, preparare pranzo e cena, fare i letti e i mestieri, parrucchiere, estetista e palestra, è un piccolo dettaglio insignificante.
Comunque lui, il marito, è stato bravo, non ci piove.
In completa solitudine con casa-lavoro-due figli se l’è cavata egregiamente.
Rientrata a casa tardi, già all’ora di cena, anzi più che della cena della movida, ho trovato la tavola apparecchiata, ma non sono stata accolta da nessun profumino, nessun manicaretto, nessun indizio di cena calda e appetitosa.
Ogni minimo dubbio fugato dalle parole del marito affamato.
“Fede cosa mangiamo? Ci hai pensato?”.
Mentre tornavo a casa in macchina mi immaginavo un bel ragù o una vellutata di zucca o un caldo contorno di funghi fumanti ad aspettarmi già pronti nel piatto, accanto ad un bicchiere di buon vino rosso.
Nulla di tutto questo. E nulla anche di altro.
E così appena rientrata, ancora vestita e con le scarpe, ho trasformato la mia cucina nel set di “cotto e mangiato”.
Ecco, più che cotto e mangiato, scongelato e cucinato.
Agnoli per i bambini (quelli erano freschi e non provenivano dal congelatore), minestrone per me e mega bistecca per lui.
Certo…bistecca per il marito stremato dalla giornata da ragazzo padre lavoratore perché alla mia proposta “Avrei voglia di mangiare qualcosa di caldo, io quasi quasi mi farei il minestrone” mi ha guardata con una faccia allibita senza eguali e col terrore negli occhi mi ha intimato “Va bene E POI??, di secondo?? Chiamiamo il pronto pizza??”
L’acqua per gli agnoli sul fuoco, il minestrone surgelato nella pentola a pressione, la bistecca di dinosauro nel micronde a scongelare e la verdura a lavare.
Mentre l’acqua bolliva e il marito esanime buttava gli agnoli e spegneva la pentola a pressione ho fatto pure la doccia.
Venti minuti di ordinaria follia.
Però tutti e quattro a tavola, con pietanze personalizzate e diversificate, e tutti e quattro lavati e profumati.
Non è stata di certo una cena da Guida Michelin, ma dal piatto vuoto presente sulla tavola al mio rientro di strada ne abbiamo fatta.
La mamma batte il pronto pizza, parola di scolaretto affamato.

2 commenti:

  1. Alla prova del cuoco non ti batte nessuna! Complimenti non è da tutte in venti minuti mettere a tavolo quattro persone!...e senza usare quattro salti in padella.
    Bacioni notte ciao,

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    1. Giorgia non ho usato quattro salti in padella, ma non ci sono andata tanto lontana ;-)

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